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Bulbi di zafferano e stimmi della spezia

Bulbo di zafferano: quali sono i suoi caratteri botanici? 

Il bulbo dello zafferano, più tecnicamente cormo, dà vita a una delle spezie più costose e apprezzate del mondo. Nei nostri precedenti articoli abbiamo parlato delle proprietà dello zafferano, accennando anche alle caratteristiche della pianta.  

In questo senso, il crocus sativus è composto da fiori sterili, ossia che non producono né semi né frutti. Infatti, la sua riproduzione avviene solo attraverso i cormi. Per cui, prima di piantare e coltivare lo zafferano è necessario munirsi di bulbi di qualità per produrre un ottimo zafferano. Dopodiché, è doveroso prendersi cura del bulbo di zafferano in modo che si moltiplichino e crescano rigogliosi nel terreno prescelto. 

In questo articolo scopriamo tutto ciò che riguarda il bulbo di crocus sativus e le relative caratteristiche. 

Bulbi o cormi: quale termine utilizzare? 

Prima di addentraci al cuore della questione, chiariamo subito che, botanicamente parlando, il bulbo di zafferano si chiama cormo o bulbo-tubero

Pertanto, se leggendo l’articolo trovate riferimenti al bulbo di crocus sativus è perché, con il passare del tempo, il termine è diventato di uso comune. 

Insomma, in alcuni casi è meglio utilizzare il linguaggio in uso. Quindi, possiamo parlare di bulbi di zafferano.  

Bulbi di zafferano

Bulbo di zafferano: le caratteristiche 

Il bulbo è una sorta di cipollotto con diametro variabile. Da una parte i cormi possono essere molto piccoli tanto da essere chiamati mezzanelle, mentre dall’altra superano anche i 5 cm di diametro. 

Esternamente, il bulbo tubero è bianco, ricoperto da uno strato protettivo fibroso e marrone detto tunica. Quest’ultima caratterizza, quindi, la sommità del bulbo, dando vita a un ciuffo indicante la parte superiore. 

Inoltre, essendo un tubero, le radici del crocus sativus nascono dalla parte sottostante del bulbo. 

Ma sapevi che il bulbo di zafferano contiene delle gemme al suo interno? 

  • Gemme principali, da cui nascono fiori e foglie. 
  • Gemme secondarie, protagoniste della moltiplicazione dei cormi alla fine del ciclo riproduttivo. 

Al di là di queste caratteristiche, le dimensioni dei bulbi sono, forse, il fattore più importante per coloro che coltivano zafferano giacché definiscono la quantità di fiori prodotti dai cormi.  

Cosa sono le mezzanelle? 

Come detto poc’anzi, in termini di coltivazione, i bulbi di zafferano piccoli – sotto i 2,5 cm di diametro – non sono così rilevanti perché, purtroppo, nel primo anno di sviluppo non avranno una fioritura rigogliosa. Pertanto, questi piccoli bulbi prendono il nome di “mezzanelle”. 

Molte aziende produttrici di zafferano le scartano, dandole in pasto ai maiali, mentre altre preferiscono coltivarle. Infatti, se concimate per un certo periodo di tempo, danno origine a nuovi bulbi di zafferano più grandi, i quali daranno vita a una fioritura. 

Mezzanelle zafferano

Dal bulbo madre alla moltiplicazione 

La pianta dello zafferano, così come altre specie vegetali, termina il suo ciclo in primavera. Durante questo intervallo di tempo il bulbo di zafferano madre muore, secca le foglie e dà vita a cormi figli, moltiplicandosi. 

Resta il fatto che il numero e la pezzatura dei cormi prodotti da un bulbo madre è abbastanza mutevole sulla base di due fattori: 

  • Le dimensioni del bulbo di partenza 
  • Come la pianta si è sviluppata, cioè il giusto nutrimento del terreno, l’acqua necessaria e la giusta luce per favorire la fotosintesi. 

Per farla breve, la moltiplicazione dei bulbi può avere effetti molto diversi: pochi bulbi di buona qualità o risultati misti.  

Tuttavia, l’obiettivo principale di un coltivatore esperto di zafferano è quello di aumentare sì i numeri, ma in particolare le dimensioni dei bulbi ottenuti. Quindi, la concimazione e la lavorazione del suolo ricoprono un ruolo fondamentale per far sì che ciò avvenga. 

Fiori di zafferano

Bulbo di zafferano: quando e come impiantarlo? 

Agosto e settembre sono i mesi perfetti per impiantare bulbi di zafferano. Ciò è dovuto al fatto che alla fine della stagione estiva i cormi producono le spate, dando così inizio al ciclo vegetativo.  

Nel dettaglio, i cormi si impiantano nel terreno a 10 cm o 14 cm di profondità qualora si voglia fare una coltura poliennale. Parlando del sesto d’impianto, invece, la distanza consigliata per il ciclo poliennale è quella di 10-12cm tra le singole piante, mentre di 20 cm per la coltivazione annuale. 

Infine, se si pratica la baulatura è possibile disporre 2 o 4 file su bancali rialzati, sulla base della larghezza delle porche. 

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